Sigiriya
Sigiriya, il leone di pietra
Sigiriya, Sri Lanka. Immaginate uno sperone di granito dalle pareti a strapiombo che si innalza per m 180 circa al di sopra di una foresta equatoriale, e sulla sua sommità piatta una palazzo realizzato dalla stessa roccia. Nessuna fonte idrica, solo stretti passaggi tra giardini, dirupi e vasche per l’acqua piovana.
Questo luogo esiste per davvero, esso è Sigiriya e si trova al centro esatto dell’isola di Ceylon, quasi frutto di un disegno premeditato della natura, dalle sue vertiginose altezze la vista può spaziare a 360° gradi su decine di kilometri quadrati di foresta lussureggiante.
Sigiriya nell’antica lingua dello Sri Lanka significa “Montagna del leone”. La leggenda vuole che qui si trovasse la favolosa residenza che il re Kasyapa fece costruire nel 477 d.C., per sfuggire all’ira del fratello, Mogallana che dall’India reclamava vendetta per l’assassinio del padre, il re Dhatusena.
E la fortezza inespugnabile avrebbe probabilmente garantito a Kasyapa una lunga vita, non fosse stato che l’avventatezza, o l’orgoglio stesso del re parricida, lo spingessero nel 491 d.C. ad affrontare il fratello in una battaglia campale, nella quale sfortunatamente le sue armate vennero sconfitte ed egli stesso perdette la vita. Secondo altre fonti l’esercito abbandonò il re che preferì il suicidio, piuttosto che consegnarsi al fratello.
In seguito alla morte di Kasyapa il luogo venne scelto quale sede di un monastero da una comunità di monaci buddisti, che vi abitò fino al XV secolo. Dopo quella data il sito di Sigiriya cadde nell’oblio fino a quando l’esploratore inglese John Still ne riscoprì le rovine nel 1907.
architettura di Sigiriya
La città di Sigiriya che si estende ai piedi della Montagna del Leone è il frutto di un piano urbanistico razionale: un rettangolo delimitato da due fossati colmi d’acqua, potenziati da un muro di cinta servivano a tenere lontani i nemici indesiderati. Al loro interno un sistema di numerose vasche, canali per l’irrigazione e giardini completavano l’opera, eppure in tanta geometria massi di rocce affioranti vennero comunque integrati nel piano topografico; probabilmente gli architetti di Kasyapa trovarono più conveniente mantenerli, piuttosto che eliminarli.
Oggi a Sigiriya la maggior parte di questi elementi è stata ricoperta dalla vegetazione e i giardini insieme ai sistemi irrigui affiorando qua e là tra le arborescenze sorprendono il visitatore per la maestria con la quale si sono integrati alle opere architettoniche.
Vi troverete a percorrere un sentiero che scompare dinnanzi ai vostri passi, per ritrovare dei gradini che fiancheggiano un enorme masso liscio e che si perdono nuovamente tra le fronde: ma state attenti a non lasciarvi sedurre troppo dal gioco labirintico, perché non tutti gli animali che vivono al suo interno sono simpatici come i babbuini o mansueti come le sacre mucche!
Meglio percorrere, in compagnia di una guida, la via diretta che da Ovest corre in una lenta ascesa verso la Montagna del Leone, visitare la vasca ottagonale, la roccia dalla singolare forma che ricorda quella di un cobra, fino a piegare a Nord, perché solo da lì è possibile raggiungere il palazzo di Kasyapa e allora resterete estasiati. Poiché l’accesso al palazzo è costituito da una rampa di gradini (ormai in parte rovinati e sostituiti da una scala metallica) intagliata nella roccia e fiancheggiati alla base da due zampe di felino, anch’esse intagliate nella roccia, a simboleggiare la stessa entità della montagna considerata un immenso leone di pietra.
Vinte le vertigini, avrete la possibilità di visitare uno dei siti archeologici più suggestivi del pianeta.
Il palazzo è costruito su più livelli, collegati tra loro da brevi rampe; i terrazzamenti di file infinite di mattoni d’argilla servono sì a contere il terreno, ma al contempo definiscono giardini dalle forme geometriche perfette; da ogni punto il panorama mozza il fiato.
Su tutto si staglia l’immensa piscina utilizzata per conservare l’acqua necessaria al sovrano e alla sua corte.
Sigiriya: reggia o monastero?
Ma a Sigiriya vi è spazio anche per le arti figurative, infatti tra le pareti dei pochi ambienti ad oggi visitabili potrete ammirare le cosiddette “cortigiane”, ovvero busti di donne dalle forme conturbanti, riccamente abbigliate e ravvivate da una ricca policromia.
Nuovi studi basati sullo studio dei reperti, comparazioni dei testi storici e indagini in laboratorio, condotti dall’archeologo Raja Da Silva sembrano avvalorare la teoria secondo cui in realtà Sigiriya non sarebbe stata la capitale di alcun sovrano, ma soltanto un centro di monaci buddisti della dottrina Mahayana diffusa nello Sri Lanka e le famose “cortigiane” soltanto divinità femminili appartenenti al pantheon buddista.
Questa è sicuramente l’ipotesi da accettare, ma ciò nulla toglie alla straordinaria bellezza di Sigiriya.
Come arrivare a Sigiriya
Non pensate che Sigiriya sia una località inaccessibile, soltanto perché circondata dall’immensa foresta equatoriale, tutt’altro. Le elevate potenzialità turistiche hanno fatto sì che a pochi km dal sito venisse costruito un aeroporto, quindi non dovrete affrontare l’intero Sri Lanka, ma una volta sbarcati a Colombo, capitale del paese, potrete compiere il volo fino alla vostra destinazione.
Le compagnie con partenze dalle città più importanti di Italia sono numerose: Alitalia, SriLankan, Britsh Airways, Emirates solo per citarne alcune.
E’ d’obbligo inoltre una visita al museo del sito: