Zanzibar
Zanzibar, perla della Tanzania
Pensando a Zanzibar ci vengono in mente immagini di dhow (imbarcazioni tipiche) romantiche con bianche vele al vento, donne velate di mistero, antiche rovine e spezie esotiche che fluttuano davanti ai nostri occhi. Zanzibar è conosciuta nel mondo come il gioiello dell’Oceano Indiano e ha una storia romantica e variegata di marinai ed esploratori, di ricchezze e tragedie oltre alla macchia scura della schiavitù. Zanzibar ha attirato nelle sue terre Sumeri, Assiri, Fenici , cinesi, malesi e, naturalmente, africani, arabi, indiani ed europei.
Zanzibar è composta da due isole principali, Unguja di cui fa parte la città di Zanzibar e Pemba, circondata da circa 50 piccoli isolotti. La città di Zanzibar ospita la sede del Governo e si suddivide in due aree distinte. Mji Mkongwe “città vecchia”, nota come Stone Town e Ng’ambo “sull’altro lato del torrente”. In Stone Town, qua e là, si intravedono reticoli ornati sui balconi ed è possibile ammirare la complessità di porte scolpite in legno illuminate dal sole. Una stretta scala si snoda intorno alle case, voci di bambini risuonano nei cortili nascosti, persone anziane chiacchierano accanto fatiscenti ma colorati muri in pietra e stuzzicanti profumi di spezie.
Cosa vedere a Zanzibar
Una passeggiata attraverso le strette e tortuose strade di Stone Town vi permetterà di immergervi nel passato della storia di Zanzibar. Molte delle abitazioni presenti hanno più di 150 anni e sono costruiti in pietra corallina dell’isola. Costruito da mercanti arabi e indiani nel diciannovesimo secolo questa è l’unica città storica funzionante in Africa orientale. Ogni anno tra i 10.000 e 40.000 schiavi sono stati venduti a Zanzibar.
Se siete inoltre interessati ad acquisire informazioni su Zanzibar per conoscerla nei suoi aspetti più tipici dovrete senz’altro fare un’escursione nelle regioni occidentali e centrali dell’isola attraverso le piantagioni, i giardini e le foreste. Ci sono più di 50 diverse spezie e frutti tra cui cannella, pepe, peperoncini, zenzero, tamarindo, caffè, ylang – ylang e canna da zucchero. Le noci di cocco sono un’altra delle maggiori produzioni delle isole zanzibarine. Le rovine di Zanzibar trasmettono qualcosa del mistero, dell’intrigo e dell’esotismo del passato dell’isola e meritano senza dubbio una visita.
Il Palazzo Maruhubi fu costruito tra il 1870 e il 1888 dal sultano Barghash per l’harem. Si bruciò nel 1899 e restano solo poche camere e archi. Costruiti dal sultano Sayyid all’inizio del diciannovesimo secolo, i Bagni Persiani di Kidichi sono una serie straordinariamente ben conservata di stabilimenti balneari a cupola con bagni in pietra profondi e sedili massicci. Le rovine di Shiraz sull’isola Tumbatu sono invece quelle di una grande città antica risalente al dodicesimo secolo che è composto da 40 case di pietra. Le Rovine Dunga sono sulla strada principale in direzione della città di Zanzibar verso Chaska.
Per quanto riguarda la scelta sul dove pernottare l’isola offre diverse possibilità, da quelle più economiche fino a soluzioni extra lusso. L’ideale, data l’esoticità dei luoghi, è affidarsi a un tour operator che sia in grado di consigliare la soluzione migliore in base ai nostri desideri e a quelle che sono le nostre esigenze di viaggio.