Montebello
Montebello ed il fantasma di Azzurrina
Montebello è situato su una rocca elevata che offre un panorama imperdibile sul territorio della Romagna e su parte delle Marche, isolato dai brusii turistici della vicina Rimini; il castello di Montebello racconta pietra dopo pietra una storia lunga e travagliata che comincia già dal terzo secolo a.C. Quando sotto forma di fortezza militare romana fungeva da roccaforte contro i nemici dell’attuale territorio romagnolo.
Lungo il corso del medioevo il castello di Montebello è stato contesa fra le famiglie Malatesta e Montefeltro. Sarà solamente nel 1460 circa che i conti Guidi di Bagni vi si insedieranno senza abbandonarlo mai più, fino ai giorni nostri. È a loro che si deve il restauro e la cura di questo vero e proprio patrimonio nazionale, tuttora aperto al pubblico e ai turisti che incuriositi dalle sue bellezze e dai suoi misteri si riversano periodicamente a frotte per ammirarlo.
Montebello è circondato da una splendida oasi verde, che nei suoi 1200 ettari include stagni, foreste, sentieri selvaggi, uccelli e mammiferi.
L’interno del castello di Montebello è un museo di stravaganze e antichità, racchiuse in cunicoli e sotterranei cupi la cui esplorazione nei tour guidati notturni potrebbe rivelarsi un’esperienza inquietante e sorprendente.
Fra tesori, arazzi, forzieri e opere d’arte, spicca per la sua fama sinistra una cassapanca risalente a 1000 anni fa, all’epoca delle crociate, usata come strumento di tortura. Sul suo schienale dallo sfondo rosso sangue è raffigurata una donna incinta. Le tribù nomadi adoperavano questa cassapanca per ucciderle: con il sopraggiungere delle prime doglie, facevano sdraiare le partorienti a gambe incrociate sulla panca e le legavano ad essa energicamente, impedendo così il parto; in questo modo donna e bambino morivano fra atroci sofferenze. Lungo il corso degli anni la stanza in cui ora si trova questa macabro strumento di morte è stata oggetto di miti e leggende. 14 anni fa, un custode vide una donna camminare a testa in giù sul tetto; i turisti che la sera si trovano ad esplorarla sono a volte colti da brividi e da spiacevoli sensazioni di malessere che culminano in svenimenti; sembra che solamente allontanandosi dalla stanza le condizioni dei malcapitati si stabilizzino.
Per gli esperti tuttavia si tratta solamente di forti suggestioni dovute alle storie e all’ambiente sinistro e spettrale del castello.
Il fantasma di Azzurrina
Nella cultura popolare italiana le storie di fantasmi hanno da sempre esercitato un insolito fascino su tutti noi. Il fantasma di Guendalina Malatesta, che abiterebbe da quasi un secolo il castello di Montebello, è forse uno fra i più celebri e inspiegabili racconti paranormali che si addensano nello stivale. La vita della piccola Guendalina, soprannominata Azzurrina, si interrompe misteriosamente il 21 Giugno del 1375. Ma è proprio allora che comincia la sua leggenda. Azzurrina era figlia di un certo Ugolinuccio, feudatario del castello all’epoca appartenente ai Malatesta. Sembra che fosse albina. Per le tradizioni dell’epoca, l’albinismo era indizio di maleficio e stregoneria, pertanto il conte Ugolinuccio per difenderla dall’ignoranza pubblica era costretto a tenerla segregata fra le mura del castello di Montebello. Nella sua prigione dorata Azzurrina trascorreva lunghe giornate in solitudine, senza mai vedere la luce del sole, sorvegliata costantemente da 2 guardie di nome Ruggero e Domenico. La madre, nella speranza di conferirle un aspetto normale, provò tingerle di scuro i capelli, ma i pigmenti del colore furono rigettati, conferendo ai capelli di Guendalina il colore che sarà all’origine del suo eterno soprannome Azzurrina.
Era la notte del 21 Giugno del 1375, solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno. Nella campagna circostante a Montebello infuriava la tempesta e la piccola Guendalina stava giocando negli angusti ed enormi spazi con una palla fatta di stracci. La palla improvvisamente cominciò a rotolare, sfuggendo dalle mani della bambina che la inseguì nei sotterranei, fino all’ingresso del nevaio, una sorta di ghiacciaia dove un tempo venivano conservati i cibi. Quella fu l’ultima volta che qualcuno vide Azzurrina su questa terra: le due guardie udirono un urlo straziante provenire dai sotterranei. Corsero a controllare ma giù non c’era nessuno, nemmeno Guendalina, risucchiata da un oblio senza tempo dal quale ancora oggi non è in grado di sottrarsi. Il cadavere della bambina non fu mai trovato e Ugolinuccio, dopo aver ascoltato la storia dei due servitori li fece uccidere per negligenza. Il caso venne chiuso ma per anni il mistero della bambina scomparsa di Montebello si tramanderà oralmente, fin quando nel 600 un monaco non metterà per iscritto tutta la storia. Arricchita di particolari, fittizi o reali, essa è ora giunta fino a noi.
La bimba in realtà sembra non essere mai andata via dal castello. Sembra che ogni 5 anni, nei giorni del solstizio d’estate, ella ricompaia, facendo sentire il suo lamento senza pace e quell’urlo che le strappò la vita. Attirati dalle storie e dalle testimonianze, molte troupe di scienziati e perfino la RAI hanno condotto indagini scientifiche all’interno del castello di Montebello, arrivando a registrare con strumenti sofisticati la voce di una bambina originatasi dal nulla: “mamma”. Sono le parole distinguibili in una registrazione del 2003. E poi urla, pianti, lamenti, manifestazioni di dolore laddove dovrebbe esserci solamente il silenzio.
Durante una di queste registrazioni è stato rilevato un eco raccapricciante emesso da qualcosa che non poteva essere una bambina. Ascoltando per bene le parole originatosi dal nulla, gli esperti hanno ricavato un nome: Belial, una malvagia entità demoniaca dell’antico testamento.
Recentemente, un gruppo di parapsicologi che stava effettuando un’analisi all’interno del castello, è riuscito a mettersi in contatto con il fantasma di Azzurrina: la bimba avrebbe smentito la storia che da secoli circola sulla sua morte, raccontando che nel tentativo di recuperare la palla sarebbe caduta da una scala e avrebbe battuto forte la testa, morendo. I due guardiani, timorosi delle reazioni di Ugolinuccio, nascosero il corpo e inventarono questa storia che però non bastò loro ad aver salva la vita.
Quale sia la realtà su tutta questa triste vicenda non è dato saperlo. Gli scettici restano fermamente convinti che si tratti di storie inventate dai proprietari del castello per avere un ritorno economico. Certo è che una bambina di nome Guendalina ha realmente abitato quelle stanze nella seconda metà del 300 e, stando sempre alle fonti scritte, li sarebbe anche morta.
Tour a Montebello
I tour guidati notturni nel castello di Montebello, alla scoperta di Azzurrina e dei suoi misteri, partono alle 11 di sera. Si tratta di un’esperienza unica nel suo genere, durante la quale singoli visitatori di tanto in tanto sembrano riuscire a instaurare un canale di comunicazione personale con le presenze del castello. Per gli scettici è comunque un occasione per assaporare le atmosfere suggestive di uno dei pochi luoghi di storia millenaria ancora in ottime condizioni. I tour, come faranno presente le guide, sono sconsigliati a chi soffre di claustrofobia e a persone facilmente impressionabili. Dal 2000, il percorso guidato del tour prevede un’esplorazione dei sotterranei in cui Azzurrina è scomparsa, e un ascolto delle registrazioni acustiche avvenute negli anni, dove poter sentire la presunta voce della bimba.
Come arrivare a Montebello
In auto: percorrere l’autostrada A14 fino all’uscita Rimini Nord S.Arcangelo e seguire le indicazioni per Torriana.
Treno: da Rimini stazione autobus numero 9 fino a alla stazione di San Arcangelo di Romagna.
Dove alloggiare
Montebello si trova in provincia di Rimini. Le possibilità di alloggio sono molteplici.