Newgrange
Newgrange casa di dei, tomba di uomini
Newgrange non è un semplice tumulo. Frutto della perizia tecnica di una società neolitica e della élite che deteneva potere, la quale con la sua realizzazione intendeva porre opere degne del proprio ruolo egemone, Newgrange si pone tra i luoghi simbolo di quel connubio che va stringendosi sempre più tra archeologia e astronomia.
Poco si sa sul modo di vivere degli uomini preistorici d’Irlanda: certe popolazioni sono meglio conosciute tramite le cosiddette “città dei morti”, cioè i cimiteri, che non tramite le “città dei vivi”, le città vere e proprie. Newgrange non sfugge a questa classificazione. Questo accadeva perché i capi eternavano le proprie gesta nelle opere funerarie, che diventavano in tal modo il simbolo e il suggello della loro potenza. Ma va anche considerato il ruolo che il culto dei morti aveva nella magia celtica: le credenze sull’aldilà si compenetravano nella vita quotidiana ed era ritenuto si esprimessero in natura tramite forze ignote e difficilmente domabili.
Scopo della magia era facilitarne la manipolazione.
Newgrange è dunque una tomba, plurima, dove i corpi, forse tutti appartenenti ad un unico ceppo familiare – ma il sito prevede più fasi di utilizzo e con diversi riti funerari a distanza di parecchi secoli anche – eppure, oggi lo sappiamo per certo, non è soltanto una tomba.
Posto nella valle del fiume Boyne nell’Irlanda orientale, la quale è praticamente costellata di tumuli sepolcrali, questa regione era conosciuta presso le popolazioni locali col nome gaelico di Brugh na Boyna e si riteneva fosse il palazzo del principe danaan Angus. Questi era membro di un’antica genia, i Tùatha dè Danann, il cui nome deriva dal gaelico e significa: “le genti del dio la cui madre è Danu”, un popolo che abitava i brulli colli e le remote brughiere, e che dotato di poteri magici preferiva restare invisibile agli uomini mortali.
Ma spesso alle fastose sepolture delle civiltà precedenti veniva tributato un culto eroico e non di meno è accaduto per Newgrange, il quale è stato così consacrato anche in epoca medievale, come la sepoltura del re Cormac vissuto nel III secolo d. C, le cui vicende sono narrate nel ciclo ossianico.
Le verdi colline e le valli irlandesi sono forse il luogo al mondo dove le fiabe e le credenze sui popoli fatati emergono con maggior forza dalla terra. Sarà difficile non farsi irretire. Ma Newgrange, per quanto siano allettanti le leggende, è un’opera puramente umana, e anche dall’alto livello tecnico, che presuppone un’articolazione sociale e delle conoscenze architettoniche piuttosto avanzate: sbalorditivo se si pensa che il sito sia stato datato dagli archeologi in base ai rinvenimenti ceramici intorno al 3200 a.C.
Dati sulla struttura
L’ingresso a Newgrange, posto a Sud-Est, è costituito da due stipiti reggenti un architrave – che riassume nella sua semplice funzione statica il dolmen – e immette tramite un corridoio lungo circa 24 m, formato da lastre di pietra accostate verticalmente, alla camera mortuaria. Quest’ultima ha la forma di una croce per via di tre brevi recessi che si aprono sui lati. La copertura imita una cupola con pietre disposte le une sulle altre in cerchi di raggio sempre più ridotto. Su ciascuno dei tre lati si trova una bassa pietra piatta, secondo gli studiosi utilizzate per la deposizione delle ossa combuste. Qui sono stati trovati numerosi oggetti in selce e altrettante ossa, che apparterrebbero con molta probabilità a cinque individui: tre furono cremati; due furono invece inumati. Al centro esatto della camera fu trovato, deposto in una buca, un pendente a forma di ascia; il medesimo ritrovamento fu fatto nel tumulo di Mané-er-H’oeck, in Bretagna. Ciò non deve stupire poiché l’ascia era considerata un simbolo di potere divino e di regalità.
Il tutto è coperto da un tumulo di terra che si erge per un’altezza di 11 m e raggiunge un diametro di 91 m circa. La grande massa di terra era sostenuta nella parte meridionale da un muro formato da bianchi ciottoli di fiume e blocchi grigi squadrati, che conferiscono un colore bianco che sembra abbagliare alla luce del sole. Questo muro, alto più di 4 m, si posa su di un solido zoccolo formato da 97 ortostati (enormi massi tendenti al parallelepipedo) accostati gli uni agli altri, alcuni dei quali decorati con motivi incisi a spirale, a triplice spirale, a losanghe e chévrons.
Un altro circolo costituito di menhir infine di cui ne restano oggi soltanto 12 fu posto ad un diametro maggiore, ma gli studiosi ritengono che inizialmente il numero era di 35 o 37 e che circondasse completamente Newgrange.
Tutte le piante e le sezioni di Newgrange si trovano a questa pagina:
http://www.newgrange.com/newgrange-plans.htm
Il calendario astronomico
Proprio sulla porta di ingresso i costruttori di Newgrange hanno posto un’apertura quadrangolare alta 90 cm che permette sì alla luce solare di illuminare la camera interna, ma solo in un giorno dell’anno i raggi si riflettono sul pavimento della camera, rischiarandone ogni recesso: quel giorno è il 21 dicembre, esattamente alle ore 9:09 mattino, e corrisponde al solstizio invernale.
Questo perché l’evento solstiziale coincide con il primo giorno del nuovo anno secondo il calendario gaelico. Come sappiamo il 21 dicembre è il giorno più breve dell’anno, dopo quella data inizia l’ascesa del sole in cielo e i giorni si fanno via via sempre più lunghi, termina così il periodo buio e la luce si fa strada nel mondo. Si tratta di un evento ciclico dunque, dove rinascita – inizio del nuovo anno – e morte – destinazione funeraria del sito – si trovano strettamente legate.
Resta allora indiscutibile il valore sacro del sito, che può essere ritenuto un tempio, all’interno del quale veniva scandito l’anno ed era ovviamente un enorme privilegio esservi deposti. Ma noi non sappiamo esattamente quale ruolo rivestissero all’interno della società i corpi degli uomini rinvenuti, né tanto meno sappiamo chi fosse ammesso ad assistere all’evento solstiziale. Possiamo solo ipotizzare che fosse una classe legata al culto e detentrice di un sapere esclusivo, la quale conoscendo l’ordine dei cicli stagionali, elemento imprescindibile in una società basata sull’agricoltura, godeva di grande autorità.
Noi oggi sappiamo invece chi siano i pochi fortunati (e potreste essere pure voi) ad accedere all’interno di Newgrange il 21 dicembre, perché una lotteria viene indetta ogni anno a partire da settembre, ai vincitori della quale viene offerta l’esclusiva opportunità di assistere all’incantevole sorgere del sole dalla camera.
Sempre che le nuvole non vi rovinino l’esperienza!
http://www.newgrange.com/solstice-lottery.htm
Come arrivare a Newgrange
Newgrange si trova pochi km a Nord di Dublino, tours vengono organizzati quotidianamente dalle agenzie cittadine; se invece preferite la comodità potrete prenotare presso una di quelle, oppure noleggiare un auto e andare voi stessi alla scoperta delle magnifiche valli irlandesi.
Bibliografia:
T.W. Rolleston, I miti celtici, TEA, 1998.
1 Response
[…] della rigogliosa erba inglese. La perfetta geometria di Silbury Hill, che ricorda molto da vicino Newgrange si deve al paziente e abile lavoro dell’uomo, che realizzò con grossi massi di gesso non […]