Parigi
Parigi, misteri e leggende della capitale del romanticismo
Parigi è una meta di vacanza dal fascino intramontabile. Le sue bellezze sono note in tutto il mondo e qualsiasi turista vi si rechi, per quanto possa essere già al suo secondo o terzo viaggio in terra francese, non perderà comunque l’occasione di rivedere i simboli di questa città che la notte si trasforma in un teatro a cielo aperto di eleganza e suggestioni.
Nella nostra guida tralasceremo volutamente questo aspetto (non perché non sia rilevante, semplicemente perché già ampiamente trattato in qualsiasi altra guida) e cercheremo di concentrarci maggiormente sui segreti e i misteri di cui Parigi è intrisa fin sotto le sue fondamenta.
La Bastiglia
La Bastiglia era la fortezza di Parigi eretta nel 1367 da re Carlo VI. l’Imponente edificio alto 25 metri divenne successivamente una carcere per opera del celebre cardinale Richelieu; al suo interno scontarono la prigionia letterati e uomini illustri come Voltaire, il marchese De sade, Cagliostro e il prigioniero conosciuto col nome di “maschera di ferro”, la cui identità è ancora oggi sconosciuta. Fu presa di mira come simbolo del potere e distrutta durante la rivoluzione francese nel 1789. Oggi a Place de la Bastille si trova un un obelisco, la colonna di Luglio, che in Francia è considerato al pari della torre Eiffel come simbolo nazionale. La colonna è stata eretta nel 1835 in memoria dei parigini rivoluzionari morti nella rivoluzione del 1830. Nel museo adiacente si trovano i loro corpi e in più…sembra vi siano due mummie egizie che furono portate in Francia di nascosto e fatta passare alla dogana come carico di pesce.
Rat-trap
Nel film della Disney Ratatouille si parla di questo terribile negozio anti-topo. Il negozio esiste veramente e si trova a Parigi, sulla strada che porta al Les Halles shopping center. La vetrina di questa piccola bottega degli orrori per topi non è adatta ai deboli di cuore: compaiono infatti i corpi di numerosi ratti appesi a testa in giù. Il negozio vende trappole per topi delle dimensioni di un cane(augurandovi di non averne mai bisogno), veleni e a seguito della fama internazionale anche speciali ricordini a tema “topo” per i turisti.
La reggia di Versaille e lo spirito di Maria Antonietta
Versailles è stata la residenza reale di molti regnanti francesi. La cittadina di Versailles si trova poco distante da Parigi e proprio per il suo distacco dalla allora caotica Parigi, il giovane Re Sole la scelse come dimora. Vi regnerà per tutti i 72 anni della durata del suo regno e lo stesso faranno i suoi discendenti, fino all’arrivo di Napoleone. La residenza sarà comunque sfruttata da tutti i capi di stato e ancora oggi il presidente francese se ne serve per tenervi gli incontri di stato più importanti. Pensare a Versailles come una semplice reggia è riduttivo: Versailles è un villaggio nella reggia; il complesso comprende 3 edifici principali: Versailles, il grand Trianon e il piccolo Trianon, sono inoltre presenti numerosi altri edifici nella città. i giardini barocchi sono fra i più grandi del mondo, si estendono per oltre 800 ettari nei quali si trovano fontane, laghi artificiali e canali. A Versailles è stato istituito da Luigi Filippo il museo storico più grande del mondo, il museo di Versailles. Tuttavia, la reggia di Parigi che oggi fa bella mostra di se davanti tutti i turisti e visitatori del mondo, è stata spesso teatro di drammatici eventi: a Versailles o mentre vivevano li, sono morti (alcuni fra loro anche assassinati) Martial De Lomenie, il Re Sole, Re Luigi XVI e la sua consorte Maria Antonietta. Proprio lo spirito di quest’ultima sarebbe stato visto aggirarsi nella zona del Trianon, dove la regina soleva trascorrere le sue giornate. Il 10 Agosto del 1901 Anne Moberly e Eleanor Jourdain, la preside e la vicepreside del college St. Hugh di Oxford si trovavano in visita a Versailles. La loro storia ha dell’incredibile e tuttora suscita pareri contrastanti. Le donne, che vollero rimanere anonime fino alla loro morte, si erano smarrite alla ricerca del piccolo Trianon. Vagando nei grandi spazi aperti di Versailles superarono una piccola casa colonica, quando incrociarono sul loro cammino due uomini che indossavano una lunga veste grigio-verde e un cappello a 3 punte. Chiesero loro la direzione per il piccolo Trianon e questi gli indicarono un sentiero da seguire. La sensazione provata dalle due donne, avvicinandosi a queste figure, venne successivamente descritta come di angoscia pura. Seguendo le indicazioni giunsero ad una sorta di gazebo all’ombra di alcuni alberi. In piedi, al centro del gazebo le stava fissando un uomo dall’espressione maligna e con il volto butterato dal vaiolo. Improvvisamente, qualcuno che non riuscirono bene a guardare in faccia, gli passò dietro e gli disse di andare subito via perché quella non era la strada giusta per il piccolo Trianon. Senza ricambiare le occhiatacce dell’uomo sotto il gazebo, fecero marcia indietro e si avventurarono su un rustico ponte che li condusse in quello che, all’apparenza, era il piccolo Trianon. Davanti ad un edificio, seduta su uno sgabello, c’era una donna in abiti antichi e con una sciarpa verde sbiadita al collo. La sensazione di tristezza che in precedenza le aveva attanagliate ora era divenuta ancora più acuta. Dall’edificio uscì un uomo, aprendo e richiudendo la porta rapidamente: era un valletto che stava servendo da bere alla signora; disse loro che l’ingresso al piccolo Trianon era sul retro. Fecero il giro, entrarono e si accorsero che dentro si stava tenendo una festa di nozze. Abbastanza confuse e spaesate decisero di abbandonare il luogo e far ritorno alle proprie case.
Alcuni giorni dopo i fatti, le due accademiche stavano discutendo di questi strani incontri a Versailles. Confrontandosi, notarono con loro grande stupore che alcune delle figure che Moberly aveva visto non erano stato viste da Jourdain e viceversa. Ad esempio, la donna seduta in abiti antichi, Jourdain non l’aveva vista. Le coincidenze da qui però si fanno inquietanti: indagando sulla storia di Versailles, le due scoprirono che la loro visita alla reggia cadde esattamente nel giorno dell’anniversario in cui Maria Antonietta e re Luigi assistettero al massacro di Tuileries, avvenuto al palazzo reale di Parigi, in cui sotto i loro occhi vennero assassinate le guardie svizzere reali. Come se non bastasse, spulciando fra i ritratti e i documenti relativi ad oltre 100 anni prima, si imbatterono nel dipinto raffigurante una donna tale e quale a quella incontrata al piccolo Trianon: era la regina Maria Antonietta, che proprio in quel punto aveva saputo della gogna pubblica che l’attendeva di li a poco. Moberly e Jourdain, a causa della buona reputazione di cui godevano negli ambienti accademici, si vergognavano e non vollero raccontare la storia, tuttavia mantenendo l’anonimato superarono le reticenze e firmandosi con nomi falsi misero per iscritto le evidenze per le quali, a detta loro, l’esperienza avuta era reale. Le prove si basavano sul fatto che quanto da loro visto era uno spaccato della Versailles di 100 anni prima, che loro non potevano conoscere poiché da allora la reggia era notevolmente cambiata. Videro un aratro, presente a Versailles nel 1789, un piccolo ponte, che esisteva in quel periodo e che nel 1901 era già stato smantellato. I due uomini in verde corrispondevano alle descrizioni delle guardie svizzere della regina, mentre l’uomo con l’espressione maligna richiamava alla mente il conte di Vaudreuil. Infine, la porta da cui è uscito il cameriere, al momento della loro visita a Versailles, era già stata murata da molto tempo. La reputazione delle due donne, che non avevano motivo per esporsi così alla berlina, lascerebbe ben sperare sulla loro buona fede, ma alcuni elementi di questo controverso racconto sembrano davvero esagerati e sospetti. Alla loro morte i nomi delle due saltarono fuori e gli esperti condussero accurate indagini sul loro conto: secondo W.H. Salter, alcune delle descrizioni messe nero su bianco in merito al piccolo Trianon nel 1789, sarebbero state realizzate qualche anno dopo il 1901, cosa che avrebbe dato il tempo a Moberly e Jourdain di cercare informazioni dettagliate su Versailles. Ammesso che ciò sia vero, resta però da capire perché due persone della loro statura sociale si mettano a raccontare storie di fantasmi, rimanendo per di più anonime.
Notre dame de Paris
Situata nella piazza omonima, nella parte orientale di Parigi, la cattedrale di Notre dame risale al 1163, anno in cui il vescovo Maurice De Sully la fece costruire dove allora sorgeva la chiesa di Santo Stefano. Questo imponente edificio in stile gotico al suo interno custodisce varie reliquie sacre, come la croce spinata che fu utilizzata durante la crocefissione di Cristo e un pezzo della croce stessa. Benché la cattedrale di Notre-dame sia ufficialmente considerata la prima chiesa del territorio francese, essa è caratterizzata da statue, bassorilievi e sculture di gargoyles che di religioso hanno molto poco. I diavoli, che dall’alto della guglia su cui sono accovacciati sembrano poter tenere sotto controllo la città di Parigi, hanno da sempre esercitato un fascino grottesco sull’immaginario collettivo e fatto cavalcare la fantasia di letterati e artisti. Non c’è alcun dubbio che Notre dame sia un luogo magico, impregnato di una forte carica poetica che non può lasciare indifferenti i suoi visitatori. A Notre dame de paris esiste anche una cripta, accessibile ogni giorno a chiunque.
Le catacombe
Le catacombe di Parigi sono un enorme ossario che si estende per 2km nelle strade e nei cunicoli della Parigi sotterranea. Vi si accede da Place Denfert Rochereau e sono visitabili da Martedì a Domenica dalle 10:00 alle 17:00, con ultimo ingresso alle 16:00. Il costo del ticket è di 8 euro per gli adulti, 4 per chi ha età compresa da 14 ai 26 anni e libero per i minori di anni 13. La visita è sconsigliata alle persone sofferenti di cuore o con problemi di claustrofobia. Le catacombe di Parigi furono istituite nel diciottesimo secolo per mancanza di spazio e a causa delle carenti condizioni igieniche del cimitero degli innocenti. Per 30 anni i Parigini hanno sepolto i loro molti nell’ossario sotterraneo. Oggi questo angusto labirinto di morte assicura l’eterno riposo ad oltre 6 milioni di persone.
Il cimitero di Pere Lachaire
Il cimitero di Pere Lachaire è una vera e propria città nel cuore di Parigi. Si trova nel XX arrondissement, è ben collegato con la metropolitana parigina dalle stazioni pere lachaire e Gambetta. È il cimitero più grande della Francia ed anche il più visitato: milioni di turisti ogni anno vi si recano per ammirare la bellezza delle tombe artistiche e porre un omaggio ad alcune delle celebrità che vi sono sepolte. Pere Lachaire infatti è la necropoli che vanta il maggior numero di personalità note: Moliere, Oscar Wilde, Jim Morrison, e moltissimi altri. A Pere Lachaire si trova anche l’imponente tomba dei due innamorati francesi Abelardo ed Eloisa, due sfortunati giovani vissuti nel XII la cui storia travagliata li ha fatti assurgere a modello di quella passione eterna e indissolubile capace di legare oltre la morte. Per gli abitanti di Parigi Abelardo ed Eloisa sono simbolo dell’amore tormentato al pari di Giulietta e Romeo; e proprio come Giulietta e Romeo, ostacolati dalle rispettive famiglie, i due amanti riusciranno a ricongiungersi solamente nella morte. Pietro Abelardo era un chierico e un chierico non poteva prendere in matrimonio una donna. Quando la loro unione venne allo scoperto, Eloisa fu forzatamente rinchiusa in un convento, mentre a Abelardo un destino più crudele toccò in sorte: la castrazione. I due innamorati non si rivedranno mai più; Abelardo morirà qualche anno prima di Eloisa. Alla sua morte, la donna fu sepolta nella stessa tomba del suo amato, dove secondo la leggenda, i due corpi senza vita avrebbero teso le braccia l’uno verso l’altra per ricongiungersi per sempre.
Disneyland parigi
Dopo tanti misteri, tanta cultura, tante necropoli, è forse arrivato il momento di rilassarsi e divertirsi un po’ e non c’è luogo migliore per farlo di Eurodisneyland Paris. È risaputo che la magia della Disney incanti i bambini di ogni generazione, ma vi sorprenderà scoprire come questo parco dei divertimenti dai mille colori riesca a far sognare anche (e forse di più!) gli adulti. Disneyland per tutti noi “grandi” è una sorta di macchina del tempo in grado di riportarci a quei personaggi spensierati che hanno accompagnato l’infanzia di ognuno di noi e che crescendo si sono messi discretamente da parte. Eurodisney si trova a una trentina di Km da Parigi, è raggiungibile in metropolitana con la linea A dalla stazione Gare De Lyon in 45 minuti. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 21:00 e il sabato e la domenica fino alle 23:00. Per evitare code interminabili ai botteghini, vi consigliamo di acquistare i biglietti direttamente online e di stamparli o farveli inviare per posta (in questo caso potrebbero volerci una decina di giorni) dal sito ufficiale:
http://offerte.disneylandparis.it/
Come arrivare a Parigi
L’aeroporto di Parigi Charles De Gaulle è collegato con le principali città italiane