Muore l’uomo che inventò i ‘Men in Black’
Albert Bender, colui che ha portato gli ufo, e i Men in black alla conoscenza attuale , è morto all’età di 94 anni.
I ‘Men in Black’ sono gli uomini in elegante completo nero, che si sostiene siano dei fantomatici agenti del governo (o addirittura essi stessi degli alieni), che hanno il compito di confondere i testimoni di UFO per tenerli tranquilli su ciò che hanno visto, o per lo meno rendere strampalate e inverosimili le loro testimonianze.
Fu proprio Albert Bender, professione operaio, che nell’aprile del 1952, promosse e annunciò la formazione dell’ Internazionale Flying Saucer Bureau (IFSB), un’associazione composta da appassionati di tutto il mondo, il cui interesse era quello di “raccogliere le informazioni sui dischi volanti“.
Bender allora aveva 31 anni ed era ossessionato non solo dagli UFO, dall’occultismo, i film horror e di fantascienza e tutto ciò che prospettasse esperienze fisiche e mentali fuori dall’ordinario.
L’incontro traumatico tra Albert Bender e i Men in Black
L’appassionato storico ufologia Jerry Clark raccontò che Bender effefttuava dei “viaggi fuori dal corpo nello spazio profondo“, ma che lavorò anche duramente alla formazione dell’IFSB, tra il 1952-1953. In poco tempo l’associazione arrivò a contare 1500 persone provenienti da tutto il mondo, intente a discutere di UFO e di molti altri fenomeni paranormali.
Ma improvvisamente all’inizio di settembre 1953, Bender ricevette un’insolita visita nella sua casa di Bridgeport, in Connecticut. Tre uomini vestiti completamente in nero si presentarono alla sua porta e lo avvertirono di rinunciare a tutte le sue indagini e di sciogliere l’associazione appena creata.
I “silenziatori“, come Bender aveva soprannominato i Men in Black, lo spaventarono a tal punto che prese alla lettera i loro ammonimenti e lasciò anche un avvertimento ai suoi consoci: “Si consiglia a coloro che sono impegnati nel lavoro su dischi volanti di essere molto cauti.”
A quel punto il compito di ALbert K. Bender nella vicenda sembrava essere finito, e tocco a tale Barker. Costui, dopo aver premuto Bender per avere maggiori e dettagli circa i perché dietro la chiusura dell’associazione e la cessazione della sua personale attività di ricerca, scrisse di suo pugno un libro, pubblicato nel 1656, dove per la prima volta ufficialmente si parlava dei Men in Black. Il libro di Barker, ‘They Knew Too Much About Flying Saucers‘, si racconta di questi presunti incontri tra Bender e i Men in Black, i quali si diceva viaggiassero in tre, indossassero abiti neri, e guidassero delle grandi automobili nere.
Nel 1962 lo stesso Bender, superato dopo qualche anno lo spavento, si decise a collaborare con Barker alla stesura di un secondo libro sulla questione, intitolato ‘Flying Saucers and the Three Men‘. In questo secondo libro sia affrontava più in dettaglio la questione, ma con una finale deriva fantascientifica: la conclusione era che i Men in Black fossero in realtà degli extraterrestri.
Da allora si è diffuso un vero mito intorno a questi agenti speciali, che si aggirano per gli USA alla ricerca di tutte le informazioni esistenti ricollegabili alla presenza di attività aliena sul nostro pianeta. Da X-file al il film in poi è tutta storia del cinema.
Una spiegazione sull’origine aliena dei Men in Black
Perché Albert K. Bender sia arrivato a definire i Men in Black degli alieni non è difficile da immaginare. Erano quasi dieci anni dal loro incontro (Bender è l’unica fonte su tale visita) quando il libro fu scritto, ed una prima spiegazione possibile è che l’evento e la paura provata da Bender abbiano raggiunto livelli tali nella sua coscienza quasi da mitizzarli come uomini, definendoli dei veri e propri alieni, tramite complessi meccanismi psicologici. Non da ultimo è facilmente ipotizzabile che Bender, ‘sensibile’ alle esperienze insolite, abbia provato un timore davanti a questi uomini in perfetto completo nero e provvisti di auto nera che gli si presentarono a casa; non dimentichiamo che era un operaio del Connecticut e che negli anni ’50 vedere degli uomini aggirarsi per le strade con un comportamento simile potesse destare uno strano effetto, ed è possibile perciò che la fantasia di Bender ha fatto il resto.