Il Museo di Storia Naturale di Londra pianificò di rapire Nessie
Nessie nel mirino del Museo di Londra
Emergono solo adesso degli antichi documenti riguardanti il caso di Nessie, il famoso mostro di Loch Ness, e le operazione tentate dal Museo di Storia Naturale di Londra per strappare l’animale, vivo o morto che fosse, alla Scozia ed esibirlo in una delle sue sale. Un’antica, ma non troppo, diatriba nazionalistica tra l’Inghilterra e la Scozia, continuata anche nel campo dei fenomeni paranormali e della criptozoologia.
Secondo questi documenti il Museo di Storia Naturale di Londra avrebbe assunto dei cacciatori di taglie, perché riuscissero ad acciuffare l’enigmatico criptide, che avrebbe fatto la fortuna del museo e dell’Inghilterra tutta a discapito della rivale Scozia.
La storia di Nessie dietro le carte
I documenti ufficiali risalgono al 1934 appena un anno dopo l’avvistamento che aveva reso il mostro di Loch Ness famoso in tutto il mondo ed un simbolo della stessa Scozia. Un funzionario del museo di Londra scrisse allora un messaggio ai cacciatori di taglie assoldati per l’operazione in incognito in cui esprimeva così:
“Se mai doveste venire nel raggio d’azione del ‘mostro’ spero che non sarete scoraggiati da considerazioni umanitarie che vi distolgano dallo sparargli sul posto inviarne a noi la carcassa in celle frigorifere, nel porto assegnato”. In seguito il funzionario aggiunge: “In mancanza di ciò, una pinna, una mascella o un dente sarebbero molto graditi”.
Il testo della lettera è riportato nel volume Britain’s X-traordinary Files, opera scritta dall’autore David Clarke, che prende in analisi molti misteri e fatti insoliti della storia britannica.
David Clarke ha riferito: “Molte persone influenti – tra cui parlamentari e naturalisti famosi come Sir Peter Scott – credevano nell’esistenza di Nessie e molta pressione venne fatta allo Scottish Office, per dare una protezione speciale al mostro contro i cacciatori. Nel corso del 1930, il mostro era diventato un simbolo importante per i nazionalisti scozzesi, i quali chiedevano alla polizia di proteggere la creatura dai cacciatori. Poi ha aggiunto ancora l’autore: “Nessie era diventata un’icona scozzese. Un simbolo di identità nazionale e popolare in tutto il mondo ed un simbolo della stessa Scozia. C’è stata una genuina indignazione di fronte alla possibilità che il cadavere del mostro potesse essere preso per essere mostrato a Londra.”
E infatti mentre il Museo di Storia Naturale tramava per recuperare Nessi, il Royal Scottish Museum aveva messo tutti in guardia contro la prospettiva che Nessie potesse venire esposta oltre i confini scozzesi. Un punto che mandò in collera molti patrioti
In una lettera dell’allora segretario di Stato per la Scozia, Sir Godfrey Collins, datata al 1934, sostenne la richiesta del museo di Edimburgo di reclamarne la carcassa.
Sir Godfrey Collins dichiarò con vive parole: “Si esorta vivamente la Royal Scottish Museum a disporre dei diritti di reversibilità per il mostro, se e quando il suo corpo dovrebbe essere disponibile. Pensiamo che non si debba consentire che il mostro trovi la sua ultima dimora in Inghilterra. Un tale destino sarebbe sicuramente un oltraggio al nazionalismo scozzese, che al momento è molto fiorente sotto l’influenza benefica del mostro.”
L’Ufficio di Scozia aprì un fascicolo sul mostro nel mese di dicembre del 1933 dopo essere stato letteralmente bombardato di richieste da parte della stampa; la stessa pressione fu trasferita al parlamento, al qual si chiedeva la proclamazione di un atto ufficiale per evitare la cattura o l’uccisione di Nessie
La campagna era stata lanciata dall’Mp di Inverness Murdoch MacDonald, il quale aveva personalmente assicurato a Sir Godfrey la creatura non era affatto un mito.
“La prova della sua presenza può essere accolta senza dubbi. Troppe persone hanno visto qualcosa di anomalo per mettere in discussione la sua esistenza”.
Sir Godfrey fu avvisato che non c’era “nessuna legge per la tutela dei Mostri” e “grossi pesce, compresi quelli di denominazione sconosciuta, che non potesse essere richiesta alla Corona”.
Col passare del tempo, e forse anche a seguito della difficoltà di scorgere, senonché di catturare Nessie, l’interesse del Museo di Storia Naturale di Londra si affievolì considerevolmente. Gli archivi mostrano che nel mese di ottobre 1959, venne scritto ai dipendenti avvisandoli gli amministratori di non impegnare più del tempo per seguire il caso del mostro di Loch Ness