Fiume kali
Il mostro del fiume Kali
Il fiume Kali, o “Sharda” come sono soliti chiamarlo i locali, si trova in quella striscia di terra pittoresca e carica di forti ambiguità nazionaliste che segna il confine fra le repubbliche di India e Nepal, dalle quali è rivendicato con orgoglio tenace. Il Kali infatti bagna il territorio nepalese di Mahakali e lo stato indiano di Uttarakhand, scorrendo pacifico e indisturbato a 3600 metri di altitudine, custodito dalle alti impenetrabili pareti dell‘Himalaya. Prende il suo nome dalla dea Kali.
Quest’area di territorio sarebbe oggi ai più sconosciuta – o meglio, lo sarebbe ancor di più, visto che sconosciuta lo è a prescindere – non fosse un nido di creature misteriose e letali che si aggirano fra le sue remote acque. Come altri fiumi indiani che trovano nel Gange il loro più celebre archetipo, esso è stato rivestito di importanti significati religiosi. Sulle sue sponde hanno luogo da tempo immemore rituali funebri che richiamano in preghiera gli abitanti dei villaggi limitrofi per offrire l’estremo saluto ai propri defunti, prima che i loro corpi vi siano gettati in fondo.
Attacchi agli esseri umani sul fiume Kali
La prima volta che il mondo occidentale sentì parlare del fiume Kali fu nel 1998, quando un diciassettenne nepalese di nome Dil Bahada sparì letteralmente dalla faccia della terra. Era circa l’una di un primo pomeriggio di aprile come tanti e il giovane stava facendo un bagno sotto gli occhi della fidanzata e di decine di testimoni. Improvvisamente tutti udirono chiaramente le sue urla: qualcosa dal fondo del fiume lo aveva afferrato e lo stava portando giù. Non vi fu il tempo di intervenire, Dil era già stato sommerso dalle acqua e nessuno lo vide riaffiorare mai più. Nei giorni successivi le squadre di soccorso setacciarono il fiume Kali da cima a fondo, ma non fu ritrovato alcun resto.
Tre mesi dopo una sorta analoga toccò a Dharma Gath un bambino di circa 10 anni che si era allontanato sotto gli occhi del padre per rinfrescarsi sulle rive del corso d’acqua. Il padre e i testimoni presenti affermano che il livello dell’acqua era abbastanza basso in quel punto, ma qualcosa, probabilmente lo stesso predatore che aveva risucchiato giù il nepalese, lo trascinò giù.
Per un periodo di tempo durato nove anni gli attacchi ad esseri umani cessarono e le morti dei due giovani sembrarono due sporadici – seppur brutali – episodi sparsi nel tempo.
Ma nel 2007 il mostro del fiume Kali torna a far parlare di se. La vittima è un diciottenne di nome Atal Kumar che mentre attraversava il fiume a nuoto in compagnia di un amico sparì sott’acqua in un grido di terrore.
Questa volta un testimone, Surendra Bohra, riuscì a scorgere parte del corpo dell’animale, che descrisse come una creatura nera dalla testa simile a quella di un maiale ma piatta e allungata.
Le ricerche di Jeremy Wade
Al caso del fiume Kali si interessò il biologo marino Jeremy Wade, ai più noto per la serie televisiva “River monster“, che porta lo spettatore alla scoperta di creature fluviali sconosciute e aggressive nei punti di mondo più disparati.
Wade inizia la sua indagine verificando personalmente la geologia del fiume, al fine di scartare la possibilità di eventuali mulinelli originatisi nelle basse profondità di esso. Un mulinello è un vortice rotatorio che a seconda della sua energia potrebbe anche risucchiare un natante.
Appurato che il fiume non era oggetto di simili fenomeni, le responsabilità delle morti ricadevano su un killer del mondo animale. I principali candidati erano i coccodrilli e gli squali toro, ma nessuno di questi predatori aveva mai abitato le acque del Kali.
Investigando ulteriormente fra i testimoni e gli abitanti del luogo, Wade scoprì alcuni fatti interessanti:
- In passato, oltre agli esseri umani, in fondo al fiume erano stati trascinati anche bovini e bufali di grandi dimensioni.
- I vecchi pescatori del luogo sostengono che nel fiume trovino rifugio pesci di grandi dimensioni chiamati “Suus”. Tali pesci sono da sempre considerati una minaccia per il bestiame che pascola sulle sponde del Kali.
- Tutti gli attacchi sono avvenuti in prossimità di punti dove c’era un fervido movimento e costante attività umana.
Wade mise insieme questi elementi e giunse ad una spaventosa ipotesi:
il killer del fiume Kali è forse un Goonch di dimensioni enormi?
La descrizione del “suus” corrisponde a quella del Goonch, una razza di pesce gatto che vive nei fiumi indiani. Si tratta comunque di pesci che raramente superano il metro di dimensioni e per reggere il confronto con un essere umano essi dovrebbero raggiungere dimensioni di due metri e pesare almeno 200 kg, il doppio di quanto dimostrato fino ad oggi.
I Goonch sono tuttavia conosciuti come “gli spazzini dei fiumi“, poichè si nutrono di carcasse di altri animali e rifiuti umani provenienti dagli insediamenti vicini.
Una raggelante idea balenò nella testa di Wade:
e se questo Goonch fosse diventato gigantesco proprio cibandosi di carne umana? Del resto, da sempre il fiume Kali è una discarica di corpi umani rigettati dalla riva durante i rituali funebri. Il goonch potrebbe aver preso gusto alla carne umana, decidendo di includere nella sua dieta anche “i vivi”.
Jeremy Wade aveva un solo modo per dimostrare la sua teoria: pescare un Goonch di dimensioni enormi. Ma prima, era necessario riprendere gli animali vivi nel loro habitat naturale. Per la prima volta delle telecamere sottomarine vennero calate nelle profondità del Kali, portando alla luce immagini incredibili:
nascosti nelle loro tane scavate sul fondale, vennero ripresi sei Goonch di oltre un metro di grandezza, in attesa di rifiuti di qualsiasi tipo. Lo spettacolo era spaventoso, ma questi goonch non erano ancora sufficientemente grandi per giustificare gli attacchi ad esseri umani.
Armandosi di pazienza e della competenza che lo contraddistingue Wade cominciò a pescare. Si posizionò in prossimità di un insediamento umano dove si erano verificati alcuni degli attacchi e dove periodicamente i locali tenevano i loro rituali funebri.
Per attirare il goonch accese una pira sulla riva e calò l’esca.
Finalmente, dopo ore di attesa i suoi sforzi furono premiati:
la canna si piegò su se stessa con una violenza incredibile, qualcosa di enorme aveva abboccato. Con l’aiuto di alcuni giovani pescatori locali riuscì a tirare su la creatura. Ciò che aveva pescato era un goonch di un metro e novanta per 75kg, una bestia sufficientemente grande per trascinare in fondo un bambino e nutrirsene. Il caso del fiume Kali era finalmente stato risolto, tuttavia in un’intervista Wade specificò che gli individui responsabili di quegli attacchi isolati avrebbero avuto dimensioni sicuramente superiori, di oltre due metri per 25o kg. Dei veri e propri mostri marini.