Vampiro di Montparnasse
Lo storico vampiro di Montparnasse, ovvero il sergente Bertrand
In piena intemperie romantica, sulla scia di un’arte che provava una languida fascinazione per il macabro, l’orrido, la desolazione che suscitava vaghi sentimenti di malinconico abbandono, apparve sui giornali parigini dell’anno 1849 una cronaca che sembrò uscire proprio dalle nebbie dei dipinti di un Turner o di un Friedrich, oppure chissà ne fu l’spirazione. Questa vicenda passò alla storia col macabro nome di: il vampiro di Montparnasse.
L’infanzia di Francois Bertrand
Nato nel 1924, si narra che in età adolescenziale Francois Bertrand fosse di carattere piuttosto schivo e soffrisse di una forte timidezza verso il sesso opposto, nonostante ne fosse irrimediabilmente attratto; certo ciò non può realmente stupire, dacché numerosi sono i casi del genere ancora oggi. A questo si aggiunse una naturale propensione a catturare animali, ucciderli e mutilarne i corpi, ma anche ciò si può obiettare sostenendo che numerosi sono i bambini che intraprendono giochi con piccoli animali che spesso sfociano in deliberate quanto sadiche torture, che pure suscitano un malsano divertimento nel bambino-boia. Nonostante ciò sono casi assai rari e limitati nel tempo della crescita.
In Francois, dicono, questo sgradevole aspetto divenne una vera e propria attitudine sempre più spavalda e curiosa di sperimentarsi in opere più impegnative con soggetti di maggiori dimensioni.
Francois intanto crebbe, studiò presso l’accademia militare fino ad ottenere il titolo di sergente, da qui in poi per la storia che segue parlare di vampiro di Montparnasse o di sergente Bertrand è quasi come usare il medesimo nome.
Gli atti che lo portarono a divenire il Vampiro di Montparnasse
Le turbe psichiche non abbandonarono affatto Bertrand, anzi si accrebbero fino a divenire dei veri e propri tormenti dai quali poteva liberarsi solo momentaneamente abbandonandosi ad essi. E fu così che dopo aver fatto pratica su animali di grandi dimensioni come cani, e non averne tratto il godimento necessario, il vampiro di Montparnasse compì il successivo orrendo e tragico atto: introdottosi nottetempo all’interno dei cimiteri – i suoi preferiti erano il Père Lachaise e sopratutto il Montparnasse – dissotterrava i corpi solitamente di donne, ma preferibilmente giovani ragazze e cominciava a mettere in moto la sua personalissima macchina del piacere. Occorrerebbe il parere di uno psichiatra per comprendere appieno la smania che animava le rabbrividenti azioni del vampiro di Montparnasse ed i contorti sentieri del suo godere. All’interno di un cimitero trovò perfino l’amore, quando si imbatté nell’esanime corpo di una giovane sedicenne; secondo quanto venne narrato in seguito dallo stesso Bertrand la ragazza era talmente bella che il colpo di fulmine fu immediato.
La sua ossessione lo portava ad avere rapporti sessuali completi con i cadaveri, torturare e mutilarne dopo il rapporto i corpi – quasi a voler distruggere dopo lo sfogo erotico il corpo del reato – le cui membra alle volte disseminava per l’intero cimitero e, stando a quanto fu accertato presso il tribunale militare, nel cibarsi di alcune parti di essi o di berne il sangue.
Non sappiamo con certezza per quanto tempo il vampiro di Montparnasse riuscì a perpetrare i suoi abusi, diversamente la sua attività di necrofilo fu attestata fin dal 1847, ovvero quando aveva ancora ventitré anni; una sola cosa è data pensare, che egli tenesse quotidianamente sott’occhio i cimiteri ed i cortei funebri per informarsi sul luogo esatto di sepoltura delle giovani che a lui sembra interessassero maggiormente. A meno che la sua disturbata ricerca del piacere non facesse distinzione tra salme recenti ed antiche, anche se appare alquanto difficile che abbia potuto adattare le sue pratiche preferite a questi ultimi.
L’arresto del vampiro di Montparnasse
Il sergente Bertrand venne arrestato nel 1849, dopo una lunga latitanza, durante la quale la polizia parigina compì numerosi appostamenti notturni presso i cimiteri e mise in pratica piccoli espedienti e trappole per tentare di acciuffare l’ombra notturna sbucata dalle fantasie di un pittore.
Ma non fu semplice per le autorità dar volto a questo incubo, pare addirittura che una volta il vampiro di Montparnasse fosse riuscito a fuggire tra corse e scavalchi nonostante fosse stato ferito ad una gamba.
Il sergente Bertrand venne finalmente ammanettati dalla polizia nel luglio del 1849 e condotto dinnanzi al tribunale militare.
Occorre specificare che fino a quel tempo le corti di giustizia non erano affatto collaudate per cause simili, immaginate dunque lo stupore misto a disgusto dell’alto tribunale militare, davanti al quale il sergente Bertrand apparì come un vero e proprio mostro. Furono le stampe parigine del tempo, che interessatesi al caso coniarono il lugubre termine di “Vampiro di Montparnasse” e resero famoso il caso ben oltre l’ottocento.
Ciò che inquietò maggiormente l’opinione pubblica parigina di questo caso fu che Berrand era conosciuto in ambiente militare come un soldato modello ed era inoltre un ex-seminarista. Bertrand ammise comunque le sue colpe e aggiunse inoltre che fin da piccolo le sue fantasie erotiche vertevano sull’abuso di cadaveri femminili: le accuse che gli vennero intentate e riconosciute furono in ogni caso quella di mutilazione di cadaveri e vampirismo. Non venne mai attestato, né ammesso dallo stesso alcun atto di violenza contro persone viventi. Non venne preso nemmeno in considerazione il parere dei medici,che parlarono di erotismo monomaniacale e la condanna sentenziata corrispose ad un solo anno di carcere, invece che che ad un internamento in una clinica pischiatrica, come avrebbero voluto i medici.
Un dibattito pure si accese tra i medici del tempo, il dr. Claude Francois Medichéa, scrisse che il vampiro del Montparnasse era un vampiro inverso, ovvero un essere vivente che si nutriva di cadaveri; il termine necrofilia non era ancora stato inventato, quello del vampiro di Montparnasse fu il primo caso storicamente attestato.Il dr. Felix Jacquot scrisse sulla base di questa esperienza che in casi del genere il confine tra la sanità e la patologia mentale è assai arduo da definire.
Il dr. Lunier disse addirittura che la sua insolita eccitabilità verso i cadaveri era dovuta agli ambienti dei prelati e dei seminari.
Ma non vi fu modo di condurre studi approfonditi sul vampiro di Montparnasse e tentarne una cura, poiché dopo aver trascorso da detenuto modello il suo soggiorno in carcere, il sergente Bertrand si suicidò ponendo fine all’età di venticinque anni la sua complessata esistenza.
Bibliografia:
MIchael Camille, The Gargoyles of Notre-Dame: Medievalism and the Monsters of Modernity, Chicago 2009.
sito di riferimento:
http://slashers.over-blog.com/article-tueurs-en-serie-francois-bertrand-69893715.html
1 Response
[…] “L’uomo della notte”, che aveva come soggetto un uomo realmente esistito, tale sergente Bertrand, la cui vicenda balzò alle cronache negli anni ’40 del XIX secolo per la sua monomaniacale […]