Le più antiche costellazioni dipinte su una coppa greca
Antiche costellazioni greche
Uno skyphos era una coppa molto diffusa in Grecia per il consumo del vino, la bevanda preferita dai Greci.
La coppa qui presentata, conservata al Lamia Archeological Museum, è stata trovata sull’acropoli di Halai – poco a Nord di Tebe – e datata dagli scavatori al 625 a.C. La sua particolarità sfuggita fino adesso gli studiosi è stata messa in risalto da John Barnes, dottorando in archelogia classica presso la University of Missouri: su di essa si trovano dipinte le prime costellazioni secondo i testi di Omero ed Esiodo, i più antichi scrittori greci.
La teoria di John Barnes
Sul registro continuo è dipinta una processione di animali di vario genere: un toro, un serpente, una lepre, un grande cane, uno scorpione, un delfino, e una pantera/leone.
Inizialmente tale rappresentazione era considerata una scena di caccia, ma non si addice proprio a degli animali di terra la presenza del delfino. Per esempio delfini e scorpioni erano spesso simboli adottati dai soldati e posti sui loro scudi.
Su un articolo pubblicato su Hesperia, rivista di studi di carattere archeologico, John Barnes sostiene che il toro corrisponde alla costellazione del Taurus, il serpente a Hydra, la lepre a Lepus, il cane può essere associato a Canis Minor o a Canis Major, lo scorpione a Scorpio, il delfino a Delphinus ed il leone a Leo.
“Se torniamo indietro e rivalutiamo le altre scene di animali che abbiamo considerato come scene di caccia o fregi di animali, dopo forse potremmo trovarne molte di più e avere una maggiore comprensione di come gli antichi Greci vedevano il cielo notturno”.
Costellazioni e cicli stagionali
Per gli antichi Greci il toro è associato all’autunno, il cane e la lepre all’inverno, ma ancora lo stesso cane insieme allo scorpione è associato alla primavera, mentre l’estate è indicata dalla presenza del leone e del delfino.
Lo studioso però ritiene che gli animali non sono disposti secondo l’ordine in cui appaiono in cielo
“Se non sono disposti come sono nel cielo notturno, allora o la disposizione specifica non è importante, o sono stati organizzati secondo un altro criterio.” Ha spiegato Barnes, aggiungendo che lui pensa che ci sia un aspetto di stagione per la disposizione, con le costellazioni separate in autunno, inverno, primavera ed estate gruppi, secondo quando sorgono e tramontano per tutto l’anno.
L’associazione degli animali allora potrebbe essere più di carattere stagionale e non calendariale.
L’importanza delle stelle e delle costellazioni
Per le popolazioni antiche definire e prevedere l’arrivo delle stagioni era di fondamentale importanza per calcolare i tempi della coltivazione dei campi, per la navigazione su lunghi tratti di mare: leggere le stelle e saper riconoscere le costellazioni era un ottimo modo per capire quando le condizioni meteo mutavano ed essere più o meno favorevoli all’attività umana. In primavera ed estate i venti erano più miti e la navigazione più sicura, mentre l’arrivo della primavera era importante per la semina del grano.
Si consideri che la più antica costellazione rinvenuta su ceramica greca data tra il 750 ed il 700 a.C. ed è stata rinvenuta sull’Isola di Ischia, dove si trova il più antico insediamento greco in Italia; la costellazione rappresentata sul vaso è quella di Boote. Quella sulla coppia di del Lamia Archeological Museum è la più antica teoria di costellazioni.