Atene, trovati scheletri in catene, forse i seguaci di Cilone
Nel 632 a.C. Cilone, un nobile che cercò di occupare l’acropoli e farsi tiranno di Atene, secondo quanto gli era stato predetto da un oracolo di Delfi. Un vero e proprio colpo di stato, che però non andò secondo i propositi del suo ideatore.
Cilone era un personaggio illustre ad Atene, in qualità di vincitore alla 35° Olimpiade (era il 640 a.C. circa), Cilone era rispettato da molti e considerato addirittura un eroe. La sua influenza, sia politica che economica, si accrebbe maggiormente quando sposò la figlia di Teagene, un tiranno che aveva preso il controllo della città di Megara.
Cilone fu inspirato nella sua opera da Teagene di Megara, che gli offrì il suo appoggio per proclamarsi tiranno di Atene.
Tuttavia, il suo colpo fallì miseramente e Cilone ed i suoi stretti seguaci sconfitti, furono costretti a rifugiarsi nel tempio di Atena sulla stessa Acropoli, ponendosi sotti la tutela della massima dea cittadina. In seguito i suoi seguaci vennero persuasi dagli Arconti di Atene di lasciare il tempio e sostenere un processo. A Cilone fu promesso che la sua vita sarebbe stata risparmiata, se si fosse presentato davanti l’Aeropago, il tribunale di Atene. In realtà poco dopo che Cilone e i suoi uomini vennero a patti e abbandonarono il tempio furono messi a morte, su proposta di Mirone di Flia. Ucciderli all’interno del tempio di Atena sarebbe stato infatti un gran sacrilegio, non minore di quello che compì Aiace Oileo strappando Cassandra dall’altare della dea, durante il sacco di Troia.
Le fosse comuni di Cilone ed i suoi seguaci ad Atene
Ora, gli archeologi hanno scoperto due fosse comuni sul cantiere della nuova Biblioteca Nazionale di Grecia e dell’Opera Nazionale, alla periferia di Atene. in esse sono contenuti gli scheletri di 80 uomini, che secondo le ipotesi degli autori dello scavo potrebbero benissimo essere stati i seguaci di Cilone.
Gli autori fanno risalire infatti le due sepolture comuni ad un periodo compreso tra il 675 e il 650 aC, un periodo di grande agitazione politica nella regione. Tra gli scheletri sono stati trovati anche due piccoli vasi, che ne hanno permesso la datazione.
Gli scheletri erano disposti in fila, alcuni supini, altri con il volto verso terra; di questi 36 avevano le mani legato con degli anelli di ferro, fatto che li identifica indubbiamente come prigionieri.
Gli archeologi hanno trovato che i denti degli uomini sepolti erano in buone condizioni, indicando che si trattava di giovani ateniesi di condizioni agiate.