La bottiglia della strega
La bottiglia della strega col suo tappo
Una bottiglia da strega vecchia di 500 anni è stata trovata in un sito nei pressi di Greenwich, poco a sud-est di Londra. L’eccezionalità del ritrovamento risiede nel fatto che questa bottiglia da strega è stata trovata insieme al suo tappo di sughero, sigillante ancora un contenuto tanto sconosciuto quanto inquietante.
Ciò ha permesso di studiare nei particolari gli oggetti utilizzati da una strega per compiere uno dei suoi riti forse più richiesti durante l’era moderna, ovvero scacciare il malocchio, deviandolo su se stessa, pratica tutt’oggi esercitata in alcune zone d’Italia e d’Europa
Per poter vedere questo rarissimo oggetto, basta recarsi alla mostra permanente, installata al Discover Greenwich nel 2010, presso l’Old Naval College di Greenwich.
Al mondo sono state rinvenute circa 200 di queste bottiglie, che venivano utilizzate per scacciare i malefici su richiesta della gente; solitamente queste bottiglie venivano seppellite ad una profondità non molto elevato con l’apertura rivolta verso il basso, per fare il modo che il contenuto malefico non potesse risalire verso la superficie e tormentare ancora le vite degli esseri viventi.
Ad occuparsi del caso occulto è stato il dottor Alan Massey, docenti di chimica a Loughborough, il quale si è impegnato ad analizzarne il contenuto.
Questa bottiglia, come la maggior parte di quelle finora trovate, è un Bartmann o Bellamine, un vasetto da sale in vetro, prodotto tra l’Olanda e la Germania, particolarità della bottiglia è la decorazione a rilievo sul collo raffigurante il volto duro di un uomo barbuto, questi era il cardinale Roberto Bellarmino, vissuto tra 1542 ed il 1621. Consigliere di Papa Paolo V, Bellarmino prese parte attiva nella lotta contro il protestantesimo, giocando un ruolo di primo piano nel processo a Galileo Galilei , Giordano Bruno e Tommaso Campanella.
il contenuto della bottiglia della strega
Al suo interno non si trova alcun liquido, come ci si aspetterebbe da una bottiglia, ma oggetti all’apparenza insoliti, fondamentali per il genere di rito, di cui la bottiglia rappresentava l’ultimo passaggio. Alan Massey ha estratto dall’interno del contenitore 12 chiodi in ferro tutti piegati – uno d questi chiodi infilzava un piccolo cuore, realizzato in pelle; 8 perni di ottone, 10 coppie di unghia di un uomo adulto, il cui stato di conservazione ci dice trattarsi di un uomo di posizione agiata; alcuni ciuffi di capelli; e delle urine che presentavano tracce di nicotina, indicando che provenivano da un fumatore. C’erano inoltre tracce di zolfo, e lo zolfo, si sa, è solitamente associato agli inferi.
Prima di questa scoperta, il miglior esempio,di una bottiglia di vetro era stata rinvenuta a Reigate, Surrey, dove era stata sepolta poco dopo il 1720, secondo la datazione proposta dagli archeologi, ma questa bottiglia era già stata aperta e svuotata del suo contenuto anni prima di essere esaminata.