Avebury
Avebury: cerchi di pietre, cerchi di terra e cerchi nel grano
Tre sono gli aspetti tipici della campagna inglese, che qualunque visitatore, anche il più malaccorto, non può fare a meno di notare: il primo e più caratteristico è costituito dalla tinta sempreverde della rigogliosa erba che colora le lande dolci e pianeggianti; il secondo è quello degli impressionanti megaliti, che spesso campeggiano singoli, altre volte in coreografici allineamenti e circoli; il terzo è costituito dai maestosi tumuli che svettano isolati simili a poderose colline dai fianchi scoscesi e regolari. Avebury e l’adiacente Silbury Hill comprendono tutti e tre questi aspetti.
Un quarto aspetto, potremmo aggiungere, di origine piuttosto recente è rappresentato dai cerchi nel grano, che nei campi tutt’intorno ad Avebury si concentrano con insoliti interesse e frequenza.
Avebury, uno sguardo generale
La contea di Wiltshire, occupa la parte centro-meridionale dell’Inghilterra, poco ad Ovest di Londra: nessuno sbocco sul mare, costellata di piccole cittadine dal carattere prevalentemente agricolo e immerse nel verde , è ormai stata resa più che famosa per la presenza del maestoso complesso archeologico e paesaggistico di Avebury. Questo comprende il circolo megalitico, l’area delle palizzate, il piccolo santuario, l’East Kennet Long Barrow ed infine il West Kennet Long Barrow; tutti insieme compongono uno dei più importanti ed articolati siti dell’Inghilterra, indispensabili per lo studio di questo periodo della preistoria dell’intero nord-Europa. La realizzazione e la conseguente frequentazione di questi siti, si colloca all’interno del III millennio a.C., ma il periodo di maggior splendore della cultura che li ideò e li abitò va posto verso il 2400, secolo in cui si data la lunga via, la West Kennet Avenue, che venne realizzata con lo scopo di raccordare i principali centri, e si prolungò fino alla fine del millennio.
Avebury ed il cosiddetto henge
Al nome di Avebury corrisponde oggi un piccolissimo villaggio isolato nella campagna, che insiste in parte su quello che può essere benissimo considerato il fulcro di tutta l’area archeologica, ovvero il circolo di pietre, che presso gli inglesi viene più comunemente definito henge. Fortunatamente l’odierno centro e quello più antico relativo ad un villaggio di sassoni, non hanno cancellato le evidenze archeologiche, che anzi sono ancora ben visibili, avendo perso pochissimo del loro originario fasto. L’henge, il più grande al mondo, si fa riconoscere subito dal visitatore per la presenza di un fossato dall’ancora perfettamente leggibile forma circolare ed un relativo terrapieno, che avrebbe dovuto raccogliere le acque del vicino fiume Kennet; il fossato ed il terrapieno insieme descrivono e difendono una vasta area pianeggiante. Avendo debitamente lasciato quattro ingressi su due assi perpendicolari, sui quali si attestano le moderne vie di accesso, ricalcanti le antiche preesistenze, i costruttori hanno poi dedicato le loro energie, e quelle in generale della comunità, alla realizzazione di un centro cultuale dalle proporzioni davvero considerevoli.
L’henge di Avebury era dunque formato da enormi megaliti, di cui oggi è stato possibile recuperare soltanto 76, ma il loro numero originario, secondo le stime degli studiosi, ammonta alla strabiliate cifra di 600, uno più uno meno, che un tempo, infitti verticalmente al suolo, recingevano il perimetro interno del fossato e creavano al contempo due anelli sacri più interni, distinti e di dimensioni ridotte. Un’altro circolo di megaliti, ma questo diverso perché a sé stante e formato da due anelli concentrici è stato rivenuto più a Nord, tramite prospezioni geofisiche. Ecco una planimetria dell’intero Henge di Avebury che riportiamo qui di seguito:
Immagine tratta da: http://www.louistalboys.com/avebury/
Le palizzate
E’ toccato sempre alle indagini archeologiche del 1987 condotte sotto la direzione scientifica di Alasdaire Whittle, che per cinque anni scavò ad Avebury, ad identificare la presenza di due grandi palizzate in legno, che chiudevano due aree dalla forma tendente al cerchio, poste tra Silbury Hill ed un santuario di dimensioni ridotte posto più ad Est. Tra le due palizzate correva il fiume Kennet, ed una delle due, quella posta più ad Est, racchiudeva a sua volta una seconda palizzata; all’interno il rinvenimento di numerosi frammenti di ceramica e una gran quantità di ossa di suini potrebbero far pensare ad un insediamento che gravitava proprio intorno all’importante santuario, che utilizzava il fiume Kennet e come indispensabile fonte di approvvigionamento idrico e come difesa naturale, ma l’assenza di qualsivoglia struttura riferibile ad un’abitazione spinge a non avanzare affermazioni azzardate.
Il santuario orientale
Questo piccolo luogo sacro, conosciuto anche col nome di Overton Hill, venne collegato all’Henge con la West Kennet Avenue. L’aspetto sacro del luogo è garantito dalla presenza di circolo megalitico, oggi purtroppo completamente distrutto, ma grazie all’impegno degli archeologi, di esso sono visibili i massi al livello del suolo, che descrivevano 2 anelli sacri, uno interno e l’altro esterno, non molto dissimile dal più famoso circolo Stonehenge.
L’area del santuario (la zona circolare all’incrocio delle odierne strade) e dei 4 tumuli (in verde più scuro in alto a sinistra) da Google Earth.
Vicino il santuario sorgono quattro piccoli tumuli, che caratterizzano indubbiamente quest’area come la necropoli, o una delle necropoli dell’intero sito, e probabilmente non ci si allontana molto dal vero se si suppone che all’interno dell’Overton Hill si svolgessero riti collegati alla sfera dei morti e al mondo dell’aldilà.
Silbury Hill
Silbury HIll è il tumulo più grande dell’intera Europa, esso sorge a poche centinaia di metri a Sud dell’Henge Avebury. Si presenta all’osservatore come una grande collina dalla forma troncoconica interamente ricoperta della rigogliosa erba inglese. La perfetta geometria di Silbury Hill, che ricorda molto da vicino Newgrange si deve al paziente e abile lavoro dell’uomo, che realizzò con grossi massi di gesso non quello che vediamo noi oggi, ma una piramide costituita da tre enormi gradoni, a base, più che circolare, radiale come si è evinto dai recenti sondaggi effettuati. La sommità di Silbury Hill era inizialmente aguzza, ma il tempo l’ha erosa nel lungo corso dei millenni rendendola piatta. Ciascun di questi gradoni era costituito da piccoli blocchi di gesso di forma radiale accostati sapientemente gli uni agli altri.
Il tutto venne poi ricoperto di terra, come accade presso molti altri tumuli; perchè le civiltà preistoriche avvertivano il bisogno di ricoprire e praticamente cancellare alla vista costruzioni così altamente specializzate è ancora un mistero e noi siamo lontano dalla sua soluzione, ma d’altro canto tale espediente ci dà un ulteriore idea del grado di conoscenze tecnico-edilizie di cui questi popoli erano dotati. Tecniche così ben messe in atto tanto da erigere costruzioni capaci di reggere ancora oggi il peso immane di metri e metri cubici di terra. Alla base del tumulo vi è traccia di una lieve depressione, che corre lungo tutto il suo perimetro, probabilmente un fossato che si ritiene sulla base di quanto già osservato ad Avebury fosse anch’esso riempito d’acqua. Le recenti analisi al radiocarbonio, condotte dalla Oxford University, hanno permesso di circoscrivere l’edificazione di Silbury Hill durante il 2400 a.C., secolo in cui si affacciava in tutta Europa la cultura del bicchiere campaniforme. Il sito consta però di tre fasi edilizie in totale: la seconda fase edilizia si data subito dopo la prima, probabilmente entro lo stesso secolo o l’inizio del successivo, invece la terza ed ultima fase cade tra il 2100 ed il 2000 a.C., collocandosi dopo un vuoto di due secoli rispetto alla precedente.
http://mcglenmysteries.blogspot.it/2012/03/silbury-hill.html
I cerchi nel grano di Avebury
Come se la situazione ad Avebury non fosse già abbastanza complicata, si aggiungono alle preesistenze preistoriche recenti fenomeni di natura inspiegabile: Avebury è infatti famosa agli ufologi per l’elevato numero di cerchi nel grano che ogni anno compaiono come funghi dalla terra, devastando in parte i raccolti e lasciando perplessi, contadini, studiosi e semplici appassionati.
Cosa attira gli artefici degli strani cerchi ritenuti da molti di origine aliena proprio ad Avebury?
Ciò che subito salta all’occhio dell’intero complesso di Avebury è che la maggior parte dei monumenti presenti una base circolare: l’Henge, i tumuli, Overton Hill.
E’ stato spesso sostenuto che i complessi megalitici dell’Inghilterra e dell’Irlanda, ma anche della Francia, fosse sede di particolari energie della terra che venivano direttamente incanalate nelle pietre che per questo motivo venivano infitte nel terreno come delle enormi e naturali spine, che noi oggi comunemente utilizziamo nelle nostre case per ricevere energia elettrica.
Quando in seno alla civiltà celtica si diffuse la religione druidica questi luoghi venivano venerati e considerati antichi luoghi di potere, ultima eredità degli antenati; spesso questi luoghi avevano funzioni di calendario – vedasi i casi esemplari di Stonehenge e Newgrange – con particolare attenzione per le date solstiziali ed equinoziali, che segnavano l’ingresso delle stagioni e dunque importantissimi, poiché dettavano i tempi dell’agricoltura. E’ probabile di conseguenza che la pianta circolare servisse a catturare meglio tutte le ombre proiettata dal sole durante il suo annuale ciclo sul nostro cielo, anche per l’henge di Avebury sono stati condotti studi archeo-astronomici per capirne l’orientamento e la funzione in base al sorgere ed al tramontare sole all’orizzonte.
E’ possibile allora che sia il potere energetico e magico del sito a far sì che qui si concentrino fenomeni portentosi come i cerchi nel grano; forse come mezzo di comunicazione tra pianeti, forse come semplice scherzo di burloni che attingono alla credulità popolare, questo non sta a noi dirlo.
L’ultimo cerchio nel grano comparso nei pressi di Avebury nel giugno 2013.