Iside in India, a Kerala l’antica Musiris, attraverso la dea Pattini
La dea egizia Iside è notoriamente la patrona del mare, e protettrice dei marinai. Il suo culto, le cui origini risalgono a tempi molto antichi, si è diffuso durante la dominazione romana dell’Egitto. Molti marinai del vicino oriente, che solcavano i mari sulle navi commerciali romane senza dubbio l’adorarono e contribuirono a diffondere l’immagine di Iside in luoghi lontani. Uno di questi luoghi era Muziris, un’antica città portuale dell’India, qui il suo culto mise radici profonde ma per ragioni di sincretismo religiosi venne assorbito dalla religione locale e la sua figura si mescolò a quella della dea Pattini. La città, la cui collocazione, contemplata anche nella Tabula Peutingeriana, rimase a lungo un enigma, prima di essere definitivamente identificata con l’odierna Kerala, sulla costa sudoccidentale dell’India.
L’aver rivelato la presenza del culto della dea Iside nella cultura indiana è il lavoro combinato di diversi eminenti studiosi.
Inizialmente si aveva una versione velata della Pattini, l’unica della mitologia indù, che ha portato studiosi come il dottor Richard Fynes ad ipotizzare un collegamento con aspetti cultuali del Vicino Oriente. In realtà però non esiste in tutto il Mediterraneo e oltre alcun culto legato ad un aspetto di Iside velata, ma tale divenne il culto quando fu rielaborato dalla cultura indù in India.
Tramite una dettagliata ricerca antropologica sui canti popolari e i miti religiosi, Gunanath Obeyesekere di Princeton ha individuato che molti testi si basavano sulla storia, unica in India, di un dio morto è resuscitato dal potere magico di sua moglie, che veniva presentata come una dea velata. Questa storia non è altro che la versione trasposta nella religione indù del noto mito di Iside e della resurrezione di Osiride. La sua analisi è pubblicata sul Journal of the American Oriental Society.
Il mito originario di Iside e la versione trasposte nella cultura Indù
La versione egiziana di questo mito racconta la lotta per il potere Osiride e Seth. Seth uccide suo fratello Osiride, ne fa a pezzi il corpo, lo nasconde e si proclama l’autorità suprema, dal momento che Osiride non ha successori maschi adulti. Iside però riesce a trovare il luogo segreto dove Seth a nascosto il corpo di suo marito Osiride ne rimette insieme i pezzi e gli ridà la vita. Ma la resurrezione di Osiride è una tregua temporanea, la coppia riesce a generare un figlio, Horos, che vendica il trono padre e riconquista il suo legittimo ruolo sul trono d’Egitto.
Nella versione indù del mito di Iside, Pattini (i cui nome originario era Kannagi) fa un lungo viaggio alla ricerca del marito scomparso Kovalan. Il suo viaggio di diversi giorni si snoda dalla loro casa in Vanci, attraverso la foresta profonda a Madurai. Qui viene a sapere della morte del marito, Palanga, e per vendetta incenerisce gran parte della città. Oggi all’interno della foresta di Periyar, vi è un tempio abbandonato, che si dice sia stato edificato per indicare il luogo in cui Pattini si sia accampata.
Quindi abbiamo una coppia inizialmente felice, marito ingiustamente ucciso, e rottura delle felicità, seguita vendetta della dea/moglie. A questo punto nella versione indù un sacerdote rivela a Pattini che rivedrà di nuovo il marito morto quattordici giorni dopo la sua uccisione, ma non tornerà nelle sue sembianze umane, ma in forma celeste. Il periodo di tempo di quattordici giorni è significativo: Osiride è tagliato in 14 parti da Seth e 14 sono i giorni di mezzo ciclo lunare. Osiride è anche un Dio lunare, e questi 14 giorni possono essere considerato il tempo che intercorre tra la luna nuova e la luna piena, dal buio alla luce, ovvero dalla morte alla vita. Dopo che Iside rimette insieme i 14 pezzi di Osiride, questi risorge in forma celeste, non più nella sua forma precedente, tanto che non rioccupa il trono di divinità suprema, ma lo cede al figlio Horus.
Il tempio di Kurumbha-Devi a Kerala e le sue affinità con l’architettura templare legata al culto di Iside
Ora si dà il caso che il tempio di Kurumbha-Devi a Kerala abbia una struttura assai particolare.
Questo tempio – i suoi tetti a doppio spiovente di tegole rosse, ricorda molto l’architettura templare romana – è stato costruito sulle antiche fondamenta di un santuario sotterraneo segreto, originariamente dedicato a un culto misterico, che avrebbe potuto benissimo essere quello di Iside-Pattini. E infatti quando il culto misterico di Iside di diffuse nel Mediterraneo, la forma templare adottata era proprio quello di una camera ipogeica, spesso datata di fori per l’osservazione del cielo.
Una lunga galleria sotterranea, orientata in direzione est-ovest, conduce alla camera segreta. L’ingresso alla galleria è sorvegliato dalle case della gente chiama ‘Atikals’. Muovendosi verso o dalla camera segreta un eletto poteva seguire il percorso del sole dal tramonto all’alba, proprio come era solito durante le cerimonie del culto misterico di Iside.
Oggi purtroppo l’accesso al complesso ipogeico è vietato, e la camera ormai sigillata beneficia ancora devozioni, che raggiungono una particolare intensità durante la festa annuale di Bharani annuale.
La festa di Bharani ed il collegamento tra Iside e Pattini
La festa di Bharani, che si festeggia ogni anno il 30 di marzo, segna l’inizio dell’estate prima della venuta delle piogge monsoniche. In Egitto e in altre parti del mondo classico quando riti simili venivano dedicati ad Iside affinché il mare ritornasse ad essere navigabile per il commercio. Al centro di questo festival Bharani è la società misteriosa delle case ‘Atikals’.
La parola Atikal in origine significava ‘notevole‘, poi è stato utilizzata per designare i santi, fino a quando è stata utilizzata per significare ‘ex bramino o degradato‘. Pur non essendo bramini e quindi non avendo il diritto di officiare riti indù, gli Atikals, sono autorizzati a tornare ogni anno per un mese al tempio, in cui svolgono i propri riti segreti che si conclude con le 12 ore di ‘malgoverno‘.