I geroglifici trovati in nuova Zelanda sono autentici
Geroglifici lontani dall’Egitto
Ci sono due parete di roccia arenaria, in uno bosco vicino la città di Gosford in Nuova Zelanda, molto particolari: sulla loro superficie è incisa una serie di 300 geroglifici, noti fin dagli inizi del 1900, identici in tutto e per tutto all’antica scrittura egizia.
Come possono mai dei geroglifici attraversare due oceani e trovarsi in Nuova Zelanda, lontana migliaia di km dall’Egitto?
Semplice, sono lo scherzo di qualcuno che voleva semplicemente divertirsi.
Questa è la risposta più semplice (e razionale direbbero in molti). Ma ora si scopre che i segni tracciati sulla roccia del bosco di Bosford sono molto, molto antichi.
Verità sui geroglifici della Nuova Zelanda
Da anni la Khemit School of Ancient Mysticism si sta occupando del caso, avvalendosi della competenza di esperti di geroglifici, come Mohamed Ibrahim, Yousef Abd’el Hakim Awyan e sua moglie Patrcia Awyan, l’istituto sembra finalmente essere giunto ad una conclusione, che sembra scardinare letteralmente il nostro bagaglio di conoscenze.
Non solo i geroglifici sono veri, ma lo stile adottato dagli “scribi”, che redassero il documento di Gosford, utilizzarono delle variazioni grammaticali, che in Egitto sono state documentato soltanto da alcuni studi effettuati nel 2012, inoltre lo stile della scrittura permette ci circoscrivere un lasso di tempo ben preciso, databile a circa 2500 anni fa.
Fu grazie all’interesse di Sonya van Gelder e Steve & Evan forte, i quali hanno effettuato un video dei geroglifici e lo hanno inviato ad Yousef Abd’el Hakim Awyan e sua moglie Patrcia Awyan, invitandoli a visitare il sito in modo da dare il loro parere da esperti. Quando la coppia vide il filmato decise immediatamente di recarsi sul luogo, per tentare di capire si trattasse di una bufala o di un dato archeologico di rilevanza mondiale.
Quando i due studiosi egiziani si sono trovati sul posto dicono di aver avuto una sensazione particolare:
“Come ci siamo mossi lungo il percorso attraverso la zona boschiva, abbiamo subito scoperto che c’era molto di più di un paio di rocce con dei geroglifici. Essi sono racchiusi in un paradiso naturale, noto per essere un’area sacra, come un luogo di incontro (in luoghi diversi) sia per gli uomini e le donne. Sono rimasta particolarmente affascinata dalla Nonna albero, un’enorme angophora albero che si trova lì da centinaia di anni, a pochi passi dalle rocce di arenaria ricoperte delle antiche iscrizioni”. Ha raccontato molto emozionata Patricia Awyan.
“Poi, quando ho girato l’angolo per vedere le scritture intagliate per la prima volta, sono rimasta sorpreso dalla mia stessa reazione. Sembravano essere vive, e sembravano parlarmi a me dal lontano passato. Mi sembrava quasi di sentire l’energia degli scrittori – e basandomi su ciò che già sapevo della storia che stavano dicendo, ha cominciato a capire la loro situazione.
Le rocce di arenaria erano enormi, e creavano un alto corridoio che, ci hanno detto, una volta aveva un tetto che li ricopriva. Siamo stati guidati intorno alla zona circostante e ho visto molti elementi piuttosto interessanti, tra cui un albero che sembrava andare in profondità all’interno di un’area sotto uno dei massi di arenaria, così come pure delle altre iscrizioni geroglifiche!”.
Il significato completo del testo però non è ancora stato esposto dagli studiosi, i quali si preservano la possibilità di effettuare nuovi studi che possano aggiungere ulteriori informazioni sul fenomenale ritrovamento.
Tutti noi siamo in attesa, ansiosi di conoscere gli ulteriori sviluppi.